Nasce la prima Comunità energetica del territorio imolese sotto forma di cooperativa
IMOLA, 21 OTTOBRE 2024 – Nasce a Imola la prima Comunità energetica rinnovabile (CER) del circondario imolese. Un primo passo per poi ampliare a tutto il territorio la condivisione di energia pulita, contribuendo alla riduzione dell’impatto ambientale e al benessere della nostra comunità.Il progetto, che gode del Patrocinio del Nuovo Circondario Imolese, vede coinvolti:
L’iniziativa è stata presentata lunedì 21 ottobre in una conferenza stampa che si è tenuta nella sala del Consiglio di amministrazione di Con.Ami. Per Marco Panieri, sindaco di Imola e presidente Nuovo Circondario Imolese, “Il tema dell’energia è centrale per il futuro dei nostri territori, ma più in generale per il nostro Paese. Ce ne siamo resi conto con la grande crisi energetica del post Covid e oggi ancora di più di fronte ai tanti drammatici eventi calamitosi che dimostrano come il cambiamento di clima sia ormai un fatto assodato. E questo chiama tutti noi a un forte impegno per mettere in atto delle misure che in qualche modo combattono questa tendenza che crea lutti e disastri in ogni realtà. Nessuna esclusa. Il progetto che presentiamo oggi assume più valore in quanto siamo riusciti ad estenderlo a tutto il circondario imolese e, oltre in prospettiva, fino a coinvolgere tutti i Comuni aderenti a Con:Ami. Ed è la risposta alle riflessioni avviate in questi anni sul tipo di impegno che il territorio poteva mettere in campo sui temi energetici ed ambientali. Mi preme sottolineare come questa necessità di impegno sia stata raccolta da molti attori del territorio tanto che questa prima Comunità energetica è riuscita a mettere assieme il mondo delle imprese quello associativo laico e cattolico. Ognuno di noi è impegnato a mettere a disposizione spazi e luoghi dove installare pannelli fotovoltaici senza andare a consumare nuovo suolo. Mi preme sottolineare, quindi, l’importanza del fare rete con una centralità del mondo cooperativo per mettere al servizio della comunità quella che è una risorsa pulita e dare vita ad azioni che possono essere di ulteriore stimoli per il territorio, ma che possono anche rappresentare un modello da esportare”. “Da alcuni anni Bryo sta operando con Legacoop Romagna che ha dato vita alla Comunità Energetica Cooperativa Ravenna, la prima delle sei comunità energetiche previste. Ci è quindi sembrato naturale lavorare con Legacoop Imola per avviare un progetto simile, ma con alcune differenze sostanziali – afferma Davide Gavanelli, CEO di Bryo -. Da subito è aperta al mondo del terzo settore, tanto che il Seminario diocesano e la parrocchia di Santo Spirito fanno parte del gruppo fondatore della Comunità energetica del circondario imolese. In secondo luogo il progetto imolese prevede un’unica CER su tutto il territorio circondariale, anche grazie all’impegno e al patrocinio del Nuovo Circondario imolese, ma con più configurazioni. Infine sarà aperta da subito a qualsiasi cittadino, pagando unicamente la quota associativa di 25 euro una tantum per la durata della cooperativa. Chi entra può portare i suoi consumi, ma anche le produzioni qualora disponga di impianti fotovoltaici, così può ricevere un doppio contributo: per il consumo e per la produzione. Chiaramente vi sarà un limite alla partecipazione dettato dalla disponibilità di energia che avrà quella configurazione”. “La Diocesi di Imola è molto interessante questa esperienza alla quale partecipa con il Seminario diocesano, sul cui tetto siamo installando, in collaborazione con Bryo un impianto da 100 KW che poi confluirà nella CER, e con la Parrocchia di Santo Spirito che da anni è coinvolta come soggetto che produce energia dal sole con i suoi impianti sul tetto nell’ottica di valorizzazione di spazi che non vanno ad impattare sull’ambiente – spiega don Fabio Gennai, Rettore del Seminario diocesano di Imola e parroco della parrocchia di Santo Spirito -. In generale i temi dell’attenzione all’ambiente e della produzione di energia pulita, con i conseguenti risvolti sociali, toccano le persone nella loro quotidianità e come tali sono parte integrante del pensiero cattolico. Quindi le radici del nostro coinvolgimento nascono da un discorso etico che da oltre 10 anni, in particolare con Papa Francesco, sta emergendo, come senso di responsabilità per garantire la tutela del creato, salvaguardare le risorse e ricercare un’economia globale, ma nello stesso tempo solidale. Quindi non è una presenza di facciata ma che nasce dal grande valore etico che sta dentro un progetto dal grande valore sociale”. “Voglio rimarcare il fatto che con questa cooperativa è nata una nuova impresa. Non si tratta di una scatola vuota ma di un’azienda a tutti gli effetti che si pone ambizioni importanti. Intanto quella di essere aperta a tutti gli attori del nostro territorio, un territorio ricco di possibilità e di opportunità sul tema energetico, un territorio che ha sempre avuto l’abitudine di operare assieme, coinvolgendo associazioni, imprese private e pubbliche – aggiunge Mirco Mongardi, presidente Comunità energetica cooperativa Circondario Imolese -. E ora questo spirito ci permetterà di dare vita alla più grande distribuzione a livello energetico nella stessa fascia oraria. Ed è importante avere una rappresentanza così variegata. Infatti con un incentivo che deriva dallo scambio su fascia oraria, avere soci con abitudini di consumo diverse ci permette di massimizzare la contribuzione. Questa operazione ha l’obiettivo di mettere in campo una produzione energetica tale da soddisfare tutti coloro che aderiranno al progetto. Siamo partiti velocemente in quanto il regolamento delle CER prevede che un impianto possa essere allacciato alla Comunità energetica solo se è stato realizzato dopo la costituzione della stessa”. |
Informazioni utili sulle CER e sul Progetto Imolese
Le Comunità Energetiche Rinnovabili
La Comunità Energetica Rinnovabile (CER) è un’aggregazione di soggetti (produttori e/o consumatori di energia rinnovabile) che si basa sulla partecipazione aperta e volontaria. La CER è un soggetto giuridico autonomo (quale a titolo d’esempio: cooperativa, associazione, etc) i cui membri sono persone fisiche, piccole e medie imprese (PMI), enti territoriali, amministrazioni comunali, enti di ricerca e formazione, enti religiosi, del terzo settore e di protezione ambientale.
Obiettivo principale della CER è fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai propri membri e alle aree locali in cui opera. La CER è basata su un sistema di condivisione virtuale dell’energia elettrica nel perimetro d’azione della medesima cabina primaria: ogni componente della CER può produrre/consumare elettricità e riversarla in rete; una CER può gestire più configurazioni e quindi più cabine primarie. Sono escluse dalla partecipazione societaria le Grandi Imprese e le Imprese che vendono e producono energia.
Gli obiettivi delle CER
L’obiettivo della Comunità Energetica Rinnovabile è quello di mettere assieme imprese, cittadini ed enti del terzo settore per condividere l’energia. Quindi sviluppare impianti fotovoltaici su superfici prevalentemente pubbliche, ma non esclusivamente, per produrre energia al servizio della CER, con un investimento diretto da parte di Bryo. Purtroppo sui temi energetici, dopo la grande paura di alcuni fa con i prezzi che erano saliti alle stelle, e il grande boom del superbonus, sta ritornando l’oblio, non a caso sono calati drasticamente i nuovi impianti fotovoltaici. Le Comunità energetiche possono essere uno strumento capace di dare vita ad un processo virtuoso di indipendenza energetica.
Bryo in Romagna
In questi ultimi due anni Bryo ha collaborato con il territorio romagnolo per la nascita della Comunità Energetica Cooperativa Ravenna, la prima delle sei comunità energetiche promosse da Legacoop Romagna con un progetto che ha preso il via nel 2022, grazie al programma di sviluppo messo in campo dal movimento cooperativo in collaborazione con la “ènostra coop” e con le risorse messe a disposizione dal bando della Regione Emilia-Romagna. Una comunità che opera su 6 cabine primarie, in un territorio che corrisponde a quello del Comune di Ravenna. La produzione di energia annua stimata con gli impianti in esercizio o in via di realizzazione è di oltre 2 milioni di kWh, l’equivalente del fabbisogno di circa mille famiglie.
Il progetto imolese
Il rapporto di Bryo con Legacoop Imola è la logica conseguenza del percorso iniziato in Romagna, ma con alcune sostanziali differenze.
1. Da subito è aperta al mondo del terzo settore, tanto che il Seminario diocesano e la parrocchia di Santo Spirito fanno parte del gruppo fondatore della Comunità energetica del circondario imolese.
2. Il progetto imolese prevede un’unica Comunità energetica su tutto il territorio circondariale, anche grazie all’impegno e al patrocinio del Nuovo Circondario imolese, ma con più configurazioni. Cosa significa? Ogni Comune, per non dire ogni quartiere, può avere la sua “piccola” Comunità energetica. Il riferimento è la cabina primaria e tutte le realtà che fanno riferimento a quella cabina possono fare parte della CER. Quindi vi possono essere tante configurazioni, quante sono le cabine primarie. Il tutto fa però capo ad un’unica forma societaria. E’ stata scelta la forma cooperativa in quanto si ritiene sia la più giusta proprio per il concetto di condivisione su cui si basa, lo stesso che sta alle origini delle Comunità energetiche.
3. La CER del circondario imolese sarà aperta da subito a qualsiasi cittadino, pagando unicamente la quota associativa di 25 euro una tantum per la durata della cooperativa. Chi entra può portare i suoi consumi, ma anche le produzioni qualora disponga di impianti fotovoltaici, così può ricevere un doppio contributo: per il consumo e per la produzione. Chiaramente vi sarà un limite alla partecipazione dettato dalla disponibilità di energia che avrà quella configurazione. Per i cittadini produttori invece è possibile entrare a condizione che l’impianto personale sia stato realizzato dopo la costituzione della CER e che non sia incentivato dal GSE. Chi ha un contratto con il GSE per lo scambio sul posto non può conferire quell’impianto nella CER, ma solo eventuali ampliamenti o impianti nuovi.
Delle prime configurazioni faranno certamente parte i soci fondatori, poi in base alle potenze disponibili saranno aperte a chiunque sia interessato a partecipare. Il cittadino o l’impresa che farà parte della comunità energetica potrà anche installare un suo impianto da mettere in condivisione all’interno della Cer.
Un protocollo d’intesa per gli installatori di pannelli
Bryo avrà il compito di sviluppare la comunità energetica, ma ciò non significa che farà tutti gli impianti che porteranno energia alle Cer, in realtà l’idea è quella di dare vita entro fine 2024 ad un protocollo d’Intesa aperto a tutti gli installatori del circondario, in termini di tipologie di materiale da installare, ma soprattutto di prezzi uniformi, in modo tale che un cittadino che voglia procedere con una installazione di fotovoltaico abbia qualche punto di riferimento certo a livello di costi.
Gli incentivi
Il GSE (Gestore dei servizi energetici) incentiva solo quell’energia che viene prodotta e consumata nella medesima fascia oraria, quindi il compito della CER è quello di operare perchè nelle varie configurazioni che fanno parte delle diverse cabine primarie vi siano tante produzioni e tanti consumi nella stessa fascia oraria, chiaramente quella che è incentivata.
Essendo che il fotovoltaico viene prodotto di giorno, soprattutto i cittadini soci della CER , dovranno concentrare i consumi nelle fasce orarie di produzione di energia da fotovoltaico, quindi di giorno, con una inversione rispetto alle abitudini attuali di consumo prevalentemente serale. Il ristorno ai partecipanti viene fatto con i criteri delle cooperative. Quindi il costo della bolletta sarà sempre quello e verrà pagata al fornitore, mentre l’incentivo che arriverà alla Cer dal Gse verrà distribuito ai soci dalla cooperativa con le regole del ristorno.
Il ruolo di Bryo e degli enti pubblici
Bryo, per le caratteristiche delle CER, non può fare parte della Comunità energetica, sosterrà gli investimenti per la produzione di energia, mentre gli enti pubblici, che per scelta non entreranno nelle CER, avranno un ruolo di sviluppatori e di messa a disposizione delle superfici, ad esempio parcheggi o tetti di strutture pubbliche, sulle quali poi soggetti come Bryo, potranno realizzare gli impianti al servizio della CER.
I tempi
Si stima di allacciare i primi impianti alle prime configurazioni nel mese di novembre. Da qui a fine anno contiamo di mettere a disposizione per la Comunità energetica complessivamente circa 1,8 MW divisi nelle varie configurazioni che nasceranno.
La prima configurazione a partire sarà quella che fa riferimento alla cabina primaria di Ortignola, nella quale confluiranno tre impianti fotovoltaici, e della quale faranno parte alcuni dei soci fondatori della cooperativa, seguirà poi quella di Laguna e ad inizio 2025 una a Bubano e l’altra a Castel San Pietro Terme. Quindi le imprese, le associazioni, i cittadini che consumano energia da quelle cabine primarie potranno chiedere di entrare, sempre con il limite della potenza disponibile.
Bryo nel periodo 2024 – 2025 si è data come obiettivo la produzione di 7,2 Mw di nuovi impianti che entrano in comunità energetiche, compreso questi di fine 2024 per circa otto milioni di investimento. Se allarghiamo l’area a tutto il territorio del Con.Ami nel triennio 2024-2026 conta di far impianti per circa 20 Mw con 21 milioni di euro di investimento.
Un protocollo d’intesa per gli installatori di pannelli
Bryo avrà il compito di sviluppare la comunità energetica, ma ciò non significa che faremo noi tutti gli impianti per portare energia alle Cer, in realtà l’idea è quella di dare vita entro fine 2024 ad un protocollo d’Intesa aperto a tutti gli installatori del circondario, in termini di tipologie di materiale da installare, ma soprattutto di prezzi uniformi, in modo tale che un cittadino che voglia procedere con una installazione di fotovoltaico abbia qualche punto di riferimento certo a livello di costi.
Un contributo per combattere la povertà energetica
Grazie agli incentivi che arriveranno alla Comunità energetica (se verrà raggiunto l’obiettivo di 20Mw di energia prodotta all’interno della comunità energetica si potranno avere circa 2,7 milioni di euro di incentivi). Una parte, ragionevolmente dal 10 al 15%, e sarà il Regolamento delle comunità energetica a definirlo, si è pensato di destinarla ad azioni contro la povertà energetica, aiuti per certe categorie di persone che non riescono a pagare le bollette, piuttosto che aiuto alle stesse persone per installare dei piccoli impianti fotovoltaici per arrivare alla indipendenza energetica. Qui c’è tutto il tema del sociale che potrà essere sviluppato e in questo senso la presenza del terzo settore e del mondo cattolico può aiutare molto.